domenica 1 giugno 2008

immagini urbane per i "paesaggi minimi"

Qualche tempo fa l'editoriale di hortus si soffermava sui "paesaggi minimi" e sull'architettura dei paesagi minimi.
"Il paesaggio, naturale o artificiale che sia, è dunque il luogo delle nostre fantasie; esso libera il nostro essere e lo fa conoscere a noi stessi. Un "paesaggio minimo", è l'opposto di tutto questo.
Un "paesaggio minimo" è un paesaggio che ha ridotto alla minima essenza i suoi peculiari caratteri fino a giungere ad una soglia estrema: quella del ribaltamento dei propri valori.Il "paesaggio minimo" è un paesaggio senza qualità, un luogo del malessere urbano. E' un prodotto residuale della società industriale/post-industriale che ha generato e genera secondo molteplici aspetti, per necessità o per incuria, forme di squilibrio, di deformazione dello spazio abitativo o del territorio, creando malessere: un malessere generalizzato, pervasivo."

Sul tema dei "luoghi-non-luoghi" e sulle strategie da impiegare per il loro recupero si sono impegnati da tempo artisti contemporanei, che hanno visto in questo, un modo per rendere partecipe la ricerca artistica degli aspetti più miseri della vita quotidiana; in quanto l'arte contemporanea non è più "rappresentazione", ma "esperienza".
In ambito architettonico, alcuni si stanno dedicando al tema dei "paesaggi minimi", magari dando a tale questione denominazioni diverse, com'è il caso di Maurice Nio che ama definirli "technical spaces": luoghi culturalmente spenti, privi di qualità ambientali dove s'incrocia la vita quotidiana degli utenti della città, come i sottopassaggi pedonali/veicolari o gli snodi stradali o gli spazi urbani marginalizzati dalla presenza di grosse infrastrutture.
La strategia progettuale degli interventi di riqualificazione di spazi urbani ordinari è riassumibile in "rendere sorprendente il banale, secondo un procedimento surrealista/pop".

Un oggetto urbano che spinge la ricerca di nuove immagini nelle città è il ponte o la passerella pedonale.
The Aquarians è il titolo scelto da Nio per il progetto di 22 ponti realizzati per il centro di Den Bosch. In questo intervento urbano, i ponti sono la struttura essenziale per istituire non solo la circolazione pedonale e veicolare ma soprattutto una trama di passaggi provvista di una forte valenza figurativa/funzionale che fungerà da importante supporto alla ricerca di identità di una nuova espansione urbana.

Analoghe esperienze le ho viste a Chicago, ove Frank Gehry ha realizzato il BP Bridge presso il Millenium Park.



Oppure ad Amsterdam, dove nel quartiere Borneo-Sporenburg, West 8 ha realizzato questo ponte pedonale.

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