Queste cose le devo scrivere per contratto. Sarà comunque un pezzo del prossimo anno.
L’attualità dell’intervento pubblico in campo abitativo viene ancora confermato dall’analisi della domanda abitativa nella nostra regione e dalla permanente divaricazione tra questa e le tendenze del mercato immobiliare che, seppur giunto probabilmente alla fine di un lunghissimo ciclo espansivo, mantiene ancora elevati prezzi.
Le recenti crisi di natura finanziaria e il conseguente razionamento del credito hanno costretto, dopo 9 anni di crescita ininterrotta, il mercato immobiliare regionale a iniziare a ripiegare. Si tratta di una flessione al momento limitata ai volumi delle compravendite soprattutto nei capoluoghi e nelle principali città che, tuttavia, minaccia di estendersi anche alle quotazioni se dovesse perdurare la debolezza che caratterizza buona parte della domanda.
Come viene confermato nei vari report degli osservatori del mercato immobiliare (ad es. Nomisma), in un contesto di domanda debole i prezzi delle case continuano, tuttavia, a dimostrare eccellente solidità, mettendo a segno un incremento quantificabile a Genova nel 2,8% su base semestrale.
Negli ultimi dieci anni si è assistito al fenomeno di grandi proporzioni del passaggio dalla locazione alla proprietà: fenomeno sostenuto dal venir meno della convenienza a locare. In questo lungo lasso di tempo, chi poteva permetterselo è passato dalla condizione di inquilino a quella di proprietario: i percettori di redditi medio-bassi sono oggi più che proporzionalmente rappresentati fra gli inquilini ed è numerosa la fascia delle famiglie che non potrebbero, se non con gravi difficoltà, sostenere un canone di locazione di mercato.
Inoltre, il settore immobiliare si è significativamente apprezzato rispetto alla capacità di spesa delle famiglie. La modesta crescita dell’economia, associata alla progressiva contrazione del numero di componenti per ogni nucleo hanno finito per determinare un problema di accessibilità al mercato della casa, a prescindere dalla forma contrattuale che ne disciplina il possesso (proprietà o locazione). A Genova, il rapporto tra i livelli di canone mediamente sostenibili e i canoni di mercato attualmente praticati per un’abitazione media evidenzia come questi ultimi sia mediamente superiori rispetto a quelli considerati sostenibili in misura del 19,8%.
La criticità sul fronte della residenza in affitto è chiaramente dimostrata dai dati che giungono dalla gestione del Fondo Sociale per il sostegno agli Affitti (FSA). Le famiglie che ricevono il contributo sono arrivate a 11.293, in aumento del 10,99% rispetto allo scorso anno. Ma ancor più aumenta il fabbisogno in termini finanziari che oggi ammonta a più di 25,24 milioni di euro, con una crescita rispetto all’anno passato del 16,32%.
A fronte di questi numeri particolarmente preoccupanti, il 2007, ha visto chiudersi la fase della politica regionale di breve periodo tese a fronteggiare l’emergenza abitativa in Liguria.
In questa prima parte della legislatura, a fronte di cofinanziamenti regionali o statali pari a 163,56 milioni di euro che hanno movimentato investimenti per complessivi 407,57 milioni di euro, sono state realizzate o programmate 2.980 alloggi di edilizia residenziale sociale. A cui sommare gli interventi di edilizia agevolata e il sostegno ai redditi per il pagamento dei canoni di affitto: il numero delle famiglie che potranno risolvere i propri problemi di accesso all’abitazione grazie a questo sforzo è arrivato a 13.054 unità.
Le recenti crisi di natura finanziaria e il conseguente razionamento del credito hanno costretto, dopo 9 anni di crescita ininterrotta, il mercato immobiliare regionale a iniziare a ripiegare. Si tratta di una flessione al momento limitata ai volumi delle compravendite soprattutto nei capoluoghi e nelle principali città che, tuttavia, minaccia di estendersi anche alle quotazioni se dovesse perdurare la debolezza che caratterizza buona parte della domanda.
Come viene confermato nei vari report degli osservatori del mercato immobiliare (ad es. Nomisma), in un contesto di domanda debole i prezzi delle case continuano, tuttavia, a dimostrare eccellente solidità, mettendo a segno un incremento quantificabile a Genova nel 2,8% su base semestrale.
Negli ultimi dieci anni si è assistito al fenomeno di grandi proporzioni del passaggio dalla locazione alla proprietà: fenomeno sostenuto dal venir meno della convenienza a locare. In questo lungo lasso di tempo, chi poteva permetterselo è passato dalla condizione di inquilino a quella di proprietario: i percettori di redditi medio-bassi sono oggi più che proporzionalmente rappresentati fra gli inquilini ed è numerosa la fascia delle famiglie che non potrebbero, se non con gravi difficoltà, sostenere un canone di locazione di mercato.
Inoltre, il settore immobiliare si è significativamente apprezzato rispetto alla capacità di spesa delle famiglie. La modesta crescita dell’economia, associata alla progressiva contrazione del numero di componenti per ogni nucleo hanno finito per determinare un problema di accessibilità al mercato della casa, a prescindere dalla forma contrattuale che ne disciplina il possesso (proprietà o locazione). A Genova, il rapporto tra i livelli di canone mediamente sostenibili e i canoni di mercato attualmente praticati per un’abitazione media evidenzia come questi ultimi sia mediamente superiori rispetto a quelli considerati sostenibili in misura del 19,8%.
La criticità sul fronte della residenza in affitto è chiaramente dimostrata dai dati che giungono dalla gestione del Fondo Sociale per il sostegno agli Affitti (FSA). Le famiglie che ricevono il contributo sono arrivate a 11.293, in aumento del 10,99% rispetto allo scorso anno. Ma ancor più aumenta il fabbisogno in termini finanziari che oggi ammonta a più di 25,24 milioni di euro, con una crescita rispetto all’anno passato del 16,32%.
A fronte di questi numeri particolarmente preoccupanti, il 2007, ha visto chiudersi la fase della politica regionale di breve periodo tese a fronteggiare l’emergenza abitativa in Liguria.
In questa prima parte della legislatura, a fronte di cofinanziamenti regionali o statali pari a 163,56 milioni di euro che hanno movimentato investimenti per complessivi 407,57 milioni di euro, sono state realizzate o programmate 2.980 alloggi di edilizia residenziale sociale. A cui sommare gli interventi di edilizia agevolata e il sostegno ai redditi per il pagamento dei canoni di affitto: il numero delle famiglie che potranno risolvere i propri problemi di accesso all’abitazione grazie a questo sforzo è arrivato a 13.054 unità.
Oltre all’emergenza, però, l’azione del governo regionale ha anche determinato le condizioni per riorganizzare l’intero assetto delle politiche abitative liguri. La legge regionale n°38, approvata il 3 dicembre 2007, è la conclusione del processo di riforma che determinerà compiutamente, dopo la lunga esperienza statale del dopoguerra, il processo di regionalizzazione dell’intervento pubblico nella casa.
Una responsabilità che la Regione è chiamata a esercitare in un quadro generale di risorse decrescenti in conseguenza del venire meno della contribuzione statale dell’ex Gescal e dalla sempre maggiore difficoltà regionale nel finanziare gli investimenti pubblici attraverso l’emissione di titoli del debito pubblico a cui far seguire la tassazione per ripianare il debito determinatosi.
Una responsabilità che la Regione è chiamata a esercitare in un quadro generale di risorse decrescenti in conseguenza del venire meno della contribuzione statale dell’ex Gescal e dalla sempre maggiore difficoltà regionale nel finanziare gli investimenti pubblici attraverso l’emissione di titoli del debito pubblico a cui far seguire la tassazione per ripianare il debito determinatosi.
Il 2008 sarà proprio il momento dell’attuazione della lr 38/07, in primo luogo attraverso il nuovo Programma Quadriennale per l’edilizia Residenziale (PQR). Questo strumento sarà orientato a impegnare, sull’obiettivo di aumentare l’offerta di case sociali in locazione ovvero in proprietà, l’insieme degli operatori pubblici, privati e cooperativi e ad attivare nuove risorse finanziarie in una logica di minore dipendenza dalla spesa pubblica, a partire da un diverso impegno delle Fondazioni bancarie liguri.
L’attuazione della nuova legge significherà, anche, avviare il processo di revisione degli strumenti urbanistici generali dei comuni liguri. Una più forte responsabilizzazione comunale che dovrà infatti tradursi in un impegno a utilizzare maggiormente gli strumenti urbanistici per favorire processi di investimento privato sugli obiettivi di politica abitativa ovvero la produzione di edilizia pubblica attraverso il parziale prelievo dei plusvalori fondiari derivanti dalle decisioni pubbliche localizzative connesse al governo del territorio.
L’attuazione della nuova legge significherà, anche, avviare il processo di revisione degli strumenti urbanistici generali dei comuni liguri. Una più forte responsabilizzazione comunale che dovrà infatti tradursi in un impegno a utilizzare maggiormente gli strumenti urbanistici per favorire processi di investimento privato sugli obiettivi di politica abitativa ovvero la produzione di edilizia pubblica attraverso il parziale prelievo dei plusvalori fondiari derivanti dalle decisioni pubbliche localizzative connesse al governo del territorio.
Nessun commento:
Posta un commento