Il Museo Kiasma viene a completare così il disegno urbano che proprio Alvar Aalto aveva previsto per le sponde del lago: una serie di grandi attrezzature pubbliche che si specchiano sull'acqua e come "perle di una collana" punteggiano l'accesso verde al centro città.
A qualche mese di distanza dal viaggio di quest'estate, però, un articolo di Antonino Saggio è l'occasione per approfondire le ragioni fondanti del progetto.
Il Kiasma risulta composto da due corpi intersecanti. Uno rettilineo sul fronte stradale e un secondo, ad esso incastrato, a galleria. Il corpo a galleria si arcua avvolgendo il volume prismatico. La galleria varia anche la sua dimensione trasversale perché inizia con una parte stretta come una coda verso la città, e finisce con una grande "bocca" che si rivolge verso la Casa Finlandia di Aalto.
L'intersecarsi dei due corpi e la modifica progressiva della larghezza della galleria determinano all'interno spazi fluidi. Le stanze espositive sono rettangolari ma segnate su due lati dall'andamento arcuato dei muri: vogliono essere "silenziose ma non statiche" e sono differenziate attraverso la loro irregolarità. La variazione della sezione permette l'illuminazione naturale e alcune mirate vedute all'esterno.
Scale e rampe arcuate, trasparenze, superfici neutre, oltre all'assenza di dettagli architettonici troppo enfatizzati caratterizzano l'esperienza del visitatore.
Stevel Holl parte dall'esterno, dalle forze della città per manipolare i volumi del museo e da questa imposizione inventa nuove dinamicità e spazialità. I flussi si incrociano come nervi, concettuali e fisici, e dal loro intreccio nasce l'architettura.
Il nuovo museo è proprio concepito attraverso la sovrapposizione che i nervi ottici hanno nel cervello. La metafora anatomica si sovrappone all'omonima figura retorica.
"Ma cos’è un museo d’arte contemporanea? I nuovi musei d’arte contemporanea sono come le cattedrali del passato: monumenti eretti per manifestare i valori, l’ideologia, il prestigio di una città. In altre parole per capire in cosa oggi crediamo, qual è la “nuova religione” che ha sostituito quella espressa dalle antiche cattedrali, noi dovremmo osservare innanzitutto l’architettura".
Per comprendere appieno l’opera di Holl, bisogna quindi analizzare il contesto in cui si pone: il museo è stato collocato in una posizione strategica, un fulcro attorno al quale ruota la città, un vero e prorpio punto di intersezione.
Un'altro aspetto di enorme rilevanza è che questo punto d’intersezione non corrisponde a nessuna forma geometrica ben definita: è come un immenso corpo indefinito, composto da due volumi, uno curvilineo e uno rettilineo compenetranti fra loro.
Il concetto del chiasmòs, se è valido all’esterno, lo è ancora di più all’interno del museo dove, dall’atrio partono e si intersecano le rampe d’accesso ai piani superiori. E contribuiscono a determinare l’immagine di un complesso continuo, senza inizio e senza fine.
“Il Kiasma vuole essere un insieme in perpetuo movimento, dove i più diversi spettacoli e progetti s’inseriscono gli uni accanto agli altri. Così il Kiasma si rivela non un mero spazio fisico, ma innanzitutto una dimensione della mente, un catalizzatore per miriadi di pensieri e discorsi, uno stimolatore in continua evoluzione per la ridefinizione ininterrotta dell’arte e della cultura, uno spazio vivente e dinamico dove chiunque potrà intensificare le proprie percezioni…”.
Un'altro aspetto di enorme rilevanza è che questo punto d’intersezione non corrisponde a nessuna forma geometrica ben definita: è come un immenso corpo indefinito, composto da due volumi, uno curvilineo e uno rettilineo compenetranti fra loro.
Il concetto del chiasmòs, se è valido all’esterno, lo è ancora di più all’interno del museo dove, dall’atrio partono e si intersecano le rampe d’accesso ai piani superiori. E contribuiscono a determinare l’immagine di un complesso continuo, senza inizio e senza fine.
“Il Kiasma vuole essere un insieme in perpetuo movimento, dove i più diversi spettacoli e progetti s’inseriscono gli uni accanto agli altri. Così il Kiasma si rivela non un mero spazio fisico, ma innanzitutto una dimensione della mente, un catalizzatore per miriadi di pensieri e discorsi, uno stimolatore in continua evoluzione per la ridefinizione ininterrotta dell’arte e della cultura, uno spazio vivente e dinamico dove chiunque potrà intensificare le proprie percezioni…”.
Scopo del museo è quindi quello di essere uno spazio fisicamente e concettualmente in costante trasformazione. Le differenti esperienze spaziali consentono di ospitare varie forme di arte contemporanea e il cambio costante di prospettiva e la dinamica circolazione interna lasciano al visitatore la scelta del percorso.
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