Alcuni recenti bandi pubblici che servono per allocare finanziamenti pubblici a imprese alberghiere, che fanno ancora riferimento alle stelle per valutare la qualità di un albergo, mi fanno venire in mente il caso del Lloyd Hotel di Amsterdam.
Il Lloyd Hotel propone una formula innovativa che unisce cultura e design nel cuore dello Oostelijk Havengebied, il quartiere più alla moda di Amsterdam.
Un antico e gigantesco edificio, nato nel 1921 come ostello per emigranti che arrivavano ad Amsterdam in treno da paesi come la Polonia, la Romania, la Serbia e l’Ungheria, per poi raggiungere con navi della compagnia di navigazione Royal Dutch Lloyd il sud e centro America. Successivamente trasformato in carcere minorile e, in una ulteriore metamorfosi, in residenze per artisti.
Inserito nella lista dei monumenti nazionali, è stato recentemente riconvertito in un albergo che rappresenta un’interessante mix tra architettura, arte e design, ad opera degli architetti olandesi dello studio MVRDV.
L’interior design degli 8300 mq complessivi è il risultato di un lavoro di equipe che ha coinvolto artisti e designer di varia provenienza e formazione, autori di installazioni e arredi nelle aree comuni e private.
Ma il Lloyd non è soltanto uno dei cosiddetti design hotel, cioè di quei monumenti fatti di un’architettura meramente spettacolare, sintesi di lussuoso e impersonale minimalismo.
Il Lloyd Hotel & Cultural Embassy di Amsterdam è infatti un progetto che sembra aprire una nuova epoca, risultato di un nuovo modo di pensare l’architettura dell’ospitalità. Ad interessare di più è soprattutto il concept funzionale, decisamente “altro” rispetto al classico modello di hotellerie.
L'esperimento olandese del Lloyd ha infatti l’ambizione di aprire l’albergo alla città, integrando funzioni pubbliche e private. Ed ecco che l’edificio assume una doppia vocazione: oltre all’albergo, anche quella di Cultural Embassy, un luogo deputato a mostre ed eventi culturali, dotato di una biblioteca (che conta già 12.000 volumi), uno studio di registrazione e due ristoranti, Snel e Sloom (tradotti significano rispettivamente veloce e lento), aperti 24 ore al giorno.
L’ala est dell’edificio, appena restaurata, è stata infine destinata a ospitare studi-residenze di artisti e un caffè-galleria.
Proprio sul piano del concept funzionale, questo spazio mostra tutta la sua carica innovativa, aprendosi alla collettività urbana, soprattutto con il servizio ristorazione e take-away. È il miglior contributo che il Lloyd hotel potesse offrire alla recente rivitalizzazione intensiva dell’area portuale in cui si trova.
Oltre ai rapporti con la città, il concept funzionale del LLoyd è significativo anche in rapporto ai diversi profili di turisti a cui si rivolge: l’hotel dispone di 120 stanze differenti per dimensioni e gusto, in un mix di proposte che vanno da una stella (con bagno in corridoio) a cinque stelle di lusso (con prezzi che variano tra un minimo di 80 € a un massimo di 295 €).
Alcune camere sono dotate di cucina autonoma, altre di letti ripiegabili, ognuna presenta dimensioni diverse e interior design personalizzati: è il concept di un hotel per tutti i gusti e tutte le tasche.
Un vero tour de force progettuale sono le zone comuni di questo hotel, dato che devono mediare in una stessa struttura l’offerta di stanze a 1 stella fino a 5 stelle: MVRDV sono riusciti a coniugare i lampadari in platino in alcune zone con le lampadine attaccate a un filo in altre.
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