sabato 5 maggio 2007

il FSA: per gli Stati Uniti è temporaneo

Il Fondo Sociale di sostegno all’Affitto (FSA) introdotto dalla legge 431/98 è stato introdotto in Italia quando negli Stati Uniti stava cambiando, almeno in parte, i suoi connotati.

Dal costruire edilizia sovvenzionata in cui accogliere i soggetti meno abbienti, il governo federale degli Stati Uniti ha infatti iniziato a privilegiare politiche basate anche sulla mossa personale dell’individuo, come l’assistenza agli affitti, che implica la ricerca di un alloggio da parte del beneficiario: è quanto stabilito dal programma Section 8, varato all’interno dell’Housing and Community Development Act nel lontano 1974 e finalizzato ad aiutare le famiglie a reddito basso a ottenere un’abitazione dignitosa a un prezzo accessibile.
Da questo punto, si è poi giunti all’esplosione, verificatasi negli anni ’90 sotto l’amministrazione Clinton, dei programmi e delle iniziative volte a incentivare l’indipendenza economica degli assistiti.

Il programma Section 8 come lo si vede oggi vuole essere un incentivo per aiutare le famiglie low-income a muoversi verso l’indipendenza economica, piuttosto che rappresentare un punto di arrivo per le stesse.
L’assunto di base è che la condizione di bisogno, per la grande maggioranza delle famiglie low-income, è transitoria, quindi il sostegno promosso dal governo federale deve essere limitato nel tempo e via via decrescente, per stimolare i beneficiari a migliorare la propria situazione economica, fino al raggiungimento dell’autosufficienza.
Recentemente sono proprio emerse proposte di modifica al programma Housing choice voucher che vanno nella direzione di permettere ai singoli stati di stabilire limitazioni temporali alle possibilità di godimento dei sussidi per l’affitto.

Le modalità attraverso cui concretamente tale sostegno si manifesta sono svariate, e includono, oltre agli aiuti economici, anche forme indirette di incentivazione.
Ad esempio, nel 1988 è stata introdotta la “portabilità” del voucher, per incrementare le possibilità di trovare una sistemazione e incoraggiare le famiglie low-income a spostarsi in aree, sempre coperte dal programma Section 8, in cui le opportunità economiche sono maggiori.
Vengono, inoltre, promossi, per tutto il periodo di vigenza dell’aiuto federale, momenti di educazione, formazione, counseling, per accompagnare le famiglie nel miglioramento della loro condizione sociale.

Sarebbe interessante provare a introdurre anche in Italia programmi sperimentali, su base volontaria, per l’indirizzamento delle famiglie sussidiate dal FSA o, anche, residenti in alloggi pubblici verso l’indipendenza economica, considerati i risultati positivi sinora ottenuti dall’amministrazione americana. Ne scaturirebbe un meccanismo innovativo rispetto alle logiche per lo più assistenzialistiche che hanno animato l’intervento pubblico nel settore da anni a questa parte.

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