Nuove lezioni dalla chiusura dei mercati di venerdì: ci si attacca sempre di più ai pochi elementi reali del mercato finanziario e si pretende chiarezza.
General Electric è rimasta l’unica realtà “reale” nel mondo della finanza (forse in compagnia di Wal Mart), dato che è una realtà aziendale (o meglio un vero e prorpio conglomerato) operante in sei settori che spaziano dalla elettricità alla finanza, dalla realizzazione di infrastrutture all’assistenza sanitaria (ovviamente privata), che ha fatto della sua solidità e della sua credibilità un vero e proprio “must”.
La stessa GE è stata incapace di segnalare per tempo che qualcosa non stava andando per il verso giusto, limitandosi ad annunciare risultati con riferimento all’intero esercizio 2008, in termini di ricavi e di profitti, sensibilmente inferiori alle attese degli analisti e alle sue stesse stime rese note in precedenza al mercato, il tutto senza uno straccio di profit warning.
Ed ecco che tale annuncio ha determinato un’istantanea raffica di downgrade del titolo, accompagnato da una flessione di oltre il 12 per cento: una dimensione che è diventata abituale e non giudicata grave nel malconcio settore finanziario ma che è di una gravità forse senza precedenti per una società come GE.
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