mercoledì 23 aprile 2008

ancora sull'abolizione dell'ICI

Pietro Reichlin su LaVoce.info ragiona ancora sulla ventilata abolizione dell'ICI. Imposta già ridotta dall’ultimo governo Prodi.
E' evidente che dal punto di vista elettorale è meglio trasferire il carico fiscale dalla proprietà alle attività produttive, dato che l’80 per cento degli elettori possiede una casa ma soltanto il 60 per cento degli italiani in età lavorativa svolge un’occupazione.

"...Che sia inefficiente tassare gli immobili è contrario alla più elementare logica economica. Se tassi il lavoro o le attività finanziarie, la gente lavora di meno e investe all’estero. Se tassi gli immobili (ai livelli attualmente vigenti in Italia) gli effetti negativi sull’offerta sono nettamente inferiori: una modesta riduzione degli investimenti immobiliari e qualche cittadino che trasferisce la residenza in un altro paese.
In tutte le nazioni sviluppate esistono tasse sui patrimoni, oltre che sul lavoro e sui consumi. In Italia la pressione sui patrimoni è tra le più basse tra i paesi Ocse: preferiamo tassare il lavoro e i profitti d’impresa. Dovremmo fare il contrario: nel nostro paese lavorano troppe poche persone e le imprese sono troppo piccole.
Negli Stati Uniti, la tassa sugli immobili serve ai governi locali per finanziare scuole, infrastrutture e programmi sociali. Uno dei motivi principali per delegare alle giurisdizioni locali la tassazione della casa, è proprio il fatto che questo bene è meno mobile di qualsiasi altra forma di ricchezza.
Un’altra ragione per cui l’abolizione dell’Ici dovrebbe suscitare l’opposizione di chi crede nel federalismo."

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