La Regione dovrebbe limitarsi a fornire indirizzi metodologici relativamente alla domanda di casa di ERP, di alloggi a canone moderato ovvero di alloggi in proprietà a prezzi convenzionati, non risultando opportuno -data l’assoluta particolarità della tipologia di servizio abitativo- fornire un univoco indirizzo a carattere regionale per le strutture alloggiative temporanee e i centri per l’inclusione sociale previsti dalla lr 38/07 e s.m.i.
Di conseguenza, per la determinazione del fabbisogno abitativo di residenza primaria riferibile unicamente alle esigenze abitative temporanee (strutture alloggiative temporanee e centri per l’inclusione sociale) resta altresì inteso che la singola Amministrazione locale avrà l’opportunità, in sede di variante allo Sug oppure di revisione generale dello stesso, di proporre specifiche metodologie per lo studio di questo specifico segmento di fabbisogno abitativo.
La determinazione del fabbisogno abitativo di residenza primaria da soddisfare dovrà essere il risultato di una duplice indagine:
a) la prima, riferita alla stima del fabbisogno pregresso, vale a dire la stima del “debito abitativo” al momento in cui si procede alla variazione o alla revisione generale dello Sug. E’, in breve, la stima di quanti alloggi servirebbero per “sanare” il problema abitativo di residenza primaria in ciascun Comune;
b) la seconda è invece attinente la previsione di quella che potrà essere la nuova domanda aggiuntiva (fabbisogno futuro) di residenza primaria alla quale si dovrà dare risposta nei periodo di vigenza dello Sug (di norma, 10 anni). In altri termini, si tratta di un esercizio previsionale che si interroga su cosa succederà in termini di crescita di questo peculiare fabbisogno abitativo nel medio-lungo periodo all’interno di ogni singola realtà comunale.
Di conseguenza, per la determinazione del fabbisogno abitativo di residenza primaria riferibile unicamente alle esigenze abitative temporanee (strutture alloggiative temporanee e centri per l’inclusione sociale) resta altresì inteso che la singola Amministrazione locale avrà l’opportunità, in sede di variante allo Sug oppure di revisione generale dello stesso, di proporre specifiche metodologie per lo studio di questo specifico segmento di fabbisogno abitativo.
La determinazione del fabbisogno abitativo di residenza primaria da soddisfare dovrà essere il risultato di una duplice indagine:
a) la prima, riferita alla stima del fabbisogno pregresso, vale a dire la stima del “debito abitativo” al momento in cui si procede alla variazione o alla revisione generale dello Sug. E’, in breve, la stima di quanti alloggi servirebbero per “sanare” il problema abitativo di residenza primaria in ciascun Comune;
b) la seconda è invece attinente la previsione di quella che potrà essere la nuova domanda aggiuntiva (fabbisogno futuro) di residenza primaria alla quale si dovrà dare risposta nei periodo di vigenza dello Sug (di norma, 10 anni). In altri termini, si tratta di un esercizio previsionale che si interroga su cosa succederà in termini di crescita di questo peculiare fabbisogno abitativo nel medio-lungo periodo all’interno di ogni singola realtà comunale.
Fabbisogno pregresso
Per quanto riguarda la stima del fabbisogno pregresso di edilizia abitativa a canone “sociale” (ERP) e a canone moderato ovvero di alloggi in proprietà a prezzi convenzionati si ritiene necessario tenere conto di due differenti componenti:
1) un fabbisogno reale, con ciò intendendosi la domanda che si è effettivamente manifestata da parte degli utenti in occasione dell’emanazione di bandi pubblici per l’assegnazione di alloggi o la concessione di contributi relativamente a tali tipologie di edilizia;
2) un fabbisogno potenziale, valutato sulla base delle condizioni socioeconomiche del comune, con specifico riferimento ai redditi disponibili da parte dei residenti.
Le due componenti del fabbisogno così stimato dovranno essere quindi ponderate al fine di mediare il dato –sulla base di coefficienti di ponderazione che tengono conto della realtà socio-economica del comune e dei fenomeni di disallineamento del mercato della locazione evidenziati nel paragrafo precedente– determinando così la stima finale del fabbisogno abitativo di ERS e di alloggi in proprietà a prezzi convenzionati.
Fabbisogno futuro
La stima del fabbisogno futuro di abitazioni afferente il comparto della residenza primaria nel decennio successivo a far data dal momento della predisposizione della variante urbanistica ovvero della revisione generale dello Sug potrà essere desunta dalla stima della crescita delle nuove famiglie residenti nel decennio.
I dati disponibili a partire dall’ultimo censimento evidenziano una sostanziale stabilità della popolazione residente in Liguria, fenomeno che viene però accompagnato dalla progressiva riduzione del numero medio dei componenti delle famiglie. Anzi, è possibile leggere che tale fenomeno veda la sua accentuazione proprio nelle principali aree urbane regionali. Ne consegue che, a scala territoriale, si assiste alla crescita del numero di famiglie residenti.
Di conseguenza, la domanda aggiuntiva di ERS ovvero di alloggi in proprietà a prezzi convenzionati è suscettibile di dipendere, in primo luogo, dalla previsione di crescita delle nuove famiglie residenti (autoctone e immigrate), calcolato attraverso il tasso di variazione del numero delle famiglie residenti da ottenersi per estrapolazione lineare della tendenza storica a partire dal 2001 fino al momento in cui si procede alla variante urbanistica ovvero alla revisione generale dello Sug di cui alla lr 38/07 e s.m.i. (elaborazione su fonte ISTAT).
Per quanto riguarda la stima del fabbisogno pregresso di edilizia abitativa a canone “sociale” (ERP) e a canone moderato ovvero di alloggi in proprietà a prezzi convenzionati si ritiene necessario tenere conto di due differenti componenti:
1) un fabbisogno reale, con ciò intendendosi la domanda che si è effettivamente manifestata da parte degli utenti in occasione dell’emanazione di bandi pubblici per l’assegnazione di alloggi o la concessione di contributi relativamente a tali tipologie di edilizia;
2) un fabbisogno potenziale, valutato sulla base delle condizioni socioeconomiche del comune, con specifico riferimento ai redditi disponibili da parte dei residenti.
Le due componenti del fabbisogno così stimato dovranno essere quindi ponderate al fine di mediare il dato –sulla base di coefficienti di ponderazione che tengono conto della realtà socio-economica del comune e dei fenomeni di disallineamento del mercato della locazione evidenziati nel paragrafo precedente– determinando così la stima finale del fabbisogno abitativo di ERS e di alloggi in proprietà a prezzi convenzionati.
Fabbisogno futuro
La stima del fabbisogno futuro di abitazioni afferente il comparto della residenza primaria nel decennio successivo a far data dal momento della predisposizione della variante urbanistica ovvero della revisione generale dello Sug potrà essere desunta dalla stima della crescita delle nuove famiglie residenti nel decennio.
I dati disponibili a partire dall’ultimo censimento evidenziano una sostanziale stabilità della popolazione residente in Liguria, fenomeno che viene però accompagnato dalla progressiva riduzione del numero medio dei componenti delle famiglie. Anzi, è possibile leggere che tale fenomeno veda la sua accentuazione proprio nelle principali aree urbane regionali. Ne consegue che, a scala territoriale, si assiste alla crescita del numero di famiglie residenti.
Di conseguenza, la domanda aggiuntiva di ERS ovvero di alloggi in proprietà a prezzi convenzionati è suscettibile di dipendere, in primo luogo, dalla previsione di crescita delle nuove famiglie residenti (autoctone e immigrate), calcolato attraverso il tasso di variazione del numero delle famiglie residenti da ottenersi per estrapolazione lineare della tendenza storica a partire dal 2001 fino al momento in cui si procede alla variante urbanistica ovvero alla revisione generale dello Sug di cui alla lr 38/07 e s.m.i. (elaborazione su fonte ISTAT).
Nessun commento:
Posta un commento