Leggo una riflessione di David Chipperfield sullo spazio e sul metodo di progett che merita di essere appuntata per la chiarezza e la sintesi.
«Costruire lo spazio è il motivo primo, la prima responsabilità, il primo problema. Lo spazio genera la forma e la pianta. La pianta non è l’entità generatrice del progetto, ma è piuttosto il diagramma di un’idea spaziale. […] Tale tema organizzativo dell’organismo non può essere disgiunto dalla modellazione della luce naturale. [...] Quando ci siamo protetti dal mondo esterno, costruendo un involucro e uno spazio intorno a noi che ridefinisce il nostro orizzonte, possiamo, per gradi e con crescente sicurezza, iniziare a erodere la solidità del nostro rifugio. Nel mio operare sono interessato a questa semplice equazione architettonica: la creazione di un involucro, dunque di un luogo, tramite la definizione di limiti da un lato, dall’altro l’erosione del luogo, la sua liberazione verso una condizione di naturalità. [...] La luce naturale è, evidentemente, fondamento di tale processo. Il nostro lavoro riguarda i metodi per comprendere e controllare la qualità della luce. E’ nostra intenzione trattare la luce come un materiale, renderla parte della concezione, elemento generatore piuttosto che gradevole conseguenza»
(ph. tratta da http://www.flickr.com/photos/itmpa/3184646659/)