Molti interessanti spunti di riflessione dalla recente relazione della Corte dei Conti sull’Edilizia Residenziale Pubblica in Italia.
Il primo appunto è per la programmazione delle politiche abitative da parte delle regioni.
"Il nucleo essenziale delle funzioni regionali in materia di ERP è costituito dalla programmazione, finanziamento, gestione, controllo e monitoraggio. (…) L’attività programmatoria regionale è apparsa fortemente condizionata dai programmi nazionali finanziati con risorse prevalentemente statali, previsti anche in epoca successiva al decentramento.
Sotto il profilo delle risorse regionali, l’(…) indagine ha messo in evidenza che alla considerevole massa di risorse rifluite alle Regioni con gli Accordi di programma del 2000/2001 conseguenti al trasferimento delle competenze ed alla chiusura del canale di finanziamento proveniente dai contributi GESCAL, non hanno fatto fronte significativi stanziamenti autonomi destinati all’ERP nei bilanci regionali.
Particolarmente rilevante è stata, invece, l’attività regionale finalizzata a riprogrammare e rilocalizzare le risorse assegnate e non utilizzate o non ancora assegnate.
Peraltro, il vincolo dei fondi ex GESCAL a finalità di ERP non ha impedito che essi, in presenza di situazioni emergenziali, venissero utilizzati con finalità del tutto differenti. È quanto si è verificato ad esempio in Campania, dove -a seguito della l.r. n.28 del 24 dicembre 2003- la somma di € 550.000.000,00 destinata al settore dell’edilizia residenziale pubblica (fondi ex GESCAL), è stata trasferita al settore regionale sanità per l’anno 2002 ai fini del ripiano deficit in materia sanitaria.
(...)
Né è stato possibile verificare se la destinazione dei proventi dei canoni e delle alienazioni sia stata effettivamente coerente con quanto al riguardo previsto prima dalle leggi 513/1977 e 560/1993 e poi dalle normative regionali."
Nella mia regione, invece, il PQR 2001/2004 –in funzione del quale si rilevano finanziamenti per un totale € 39.313.971,92,- solo il 33% delle risorse da programmare sono state destinate al finanziamento delle attività delle ARTE mentre la restante maggioritaria quota è stata variamente destinata, con netta prevalenza per il finanziamento dei programmi urbani complessi che, in buona sostanza, ha significato il sostegno agli Enti Locali per la realizzazione di opere di urbanizzazione.
"In sintesi, si rileva come la dimensione delle risorse da impiegare in materia di edilizia abitativa dipenda prevalentemente da tre ordini di fattori rappresentati:
1) dall’interesse della Regione verso gli interventi di ERP, da sostenersi attraverso adeguate appostazioni in bilancio;
2) dallo stato di salute del bilancio regionale che, in situazioni di emergenza, può utilizzare le risorse ERP ad altri fini;
3) dallo stato di salute degli enti gestori i cui disavanzi finanziari possono assorbire risorse anche ingenti distogliendole dalle finalità di sviluppo dell’edilizia abitativa".
Dalla lettura del rapporto è abbastanza evidente che risorse derivanti dalla fiscalità regionale ovvero da indebitamento regionale che siano state destinate a coprire la fine del meccanismo ex Gescal ce ne sono state pochissime in tutte le regioni.
Inoltre, la programmazione regionale della fine degli anni novanta e dei primi anni del duemila, palesando una netta sottovalutazione del problema abitativo, ha ritenuto possibile distogliere le residue risorse statali dedicate ad altri settori. Mai scelta fu di così breve respiro. e ciò la dice lunga sulla funzione di programmazione.
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