giovedì 14 febbraio 2008

il dimensionamento nel co-housing

Il numero dei nuclei familiari costituisce un fattore che determina in modo evidente il livello di interazione sociale tra i membri della comunità.
a) Le esperienze dimostrano che gruppi fino a 15 famiglie presentano il più alto livello di aleatorietà: le ridotte dimensioni sono potenzialmente ottimali per l’istituzione di legami sociali stabili e profondi, ma anche rischiose per l’insorgere di frizioni legate proprio all’eccessivo livello di intimità.
b) Gruppi da 18 a 35 nuclei consentono una maggiore libertà nella scelta delle relazioni sociali, ma le dimensioni ancora contenute permettono la conoscenza reciproca di tutti i residenti.
c) Gruppi oltre 35 famiglie, grazie alla “massa critica” mossa, permettono di avere a disposizione un maggior numero di servizi e spazi condivisi, ma le grandi dimensioni comportano una percentuale di residenti che mostrano scarsa affezione alle attività della comunità.
La suddivisione di ampie comunità in cluster di dimensioni più ridotte (dell’ordine di 10-15 nuclei famigliari) potrebbe riproporre problemi legati a una socialità eccessivamente controllata e ridotta nelle dimensioni.

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