venerdì 23 novembre 2007

la moltiplicazione dei diritti

Qualche anno di vita passata dentro le istituzioni mi suggeriscono una riflessione in merito ai diritti (o meglio, come recentemente ho letto, sulla "moltiplicazione dei diritti).

Mi sembra si possa affermare che la differenza tra i “bisogni” e i “diritti” si è oggi quasi del tutto attenuata fino a quasi scomparire. In altri termini, i diritti si sono moltiplicati.

E questo fatto assolutamente positivo, che cosa implica?

1) I diritti costano: nessun diritto può essere garantito e soddisfatto senza l’impiego di risorse e il costo è supportato anche da terzi o dalle collettività.

2) Se quanto sub 1) è vero, ne deriva che a parità di risorse o in presenza di lievi incrementi delle stesse, una moltiplicazione dei diritti si traduce in un effetto inflattivo, con impoverimenti sulle parti sociali più deboli.

3) Si assiste a un disallineamento fra le sedi che possono decidere spese (soprattutto i vari enti territoriali) e quelle che devono reperire le risorse (quasi solamente gli Stati che si trovano quindi in affanno). I poteri senza corrispondenti responsabilità determinano seri inconvenienti. Così è anche per i vantaggi senza gli oneri connessi.

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